Tour de France 2019, gli italiani al via: tra sogni di gloria e duro lavoro

Saranno solamente 15 gli italiani al via del Tour de France 2019. Anche se il numero non è elevato, la qualità degli interpreti è una delle più alte degli ultimi anni. Potenzialmente, gli azzurri potranno essere nel vivo dell’azione in tutti gli scenari, dalla classifica generale alle volate, passando per le fughe e il lavoro d’appoggio ai vari capitani. La sensazione è quella che buona parte della crème de la crème del movimento italiano abbia scelto di essere al via di Bruxelles, e anche se alcuni sono reduci dal Giro d’Italia, ci sono tutti i presupposti perché ci facciano divertire.

Classifica Generale

Inevitabile è partire da Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida). Il messinese non ha mai apertamente ammesso di voler puntare alla classifica generale, ma nel momento in cui si dovesse trovare nelle prime posizioni della classifica alla fine delle prima settimana, diventerebbe automaticamente un pretendente alla Maglia Gialla. Mal che vada, è pronto a cogliere le sue occasioni in azioni da lontano, spostando la sua attenzione sulla comunque prestigiosa Maglia a Pois. C’è poi Fabio Aru (UAE-Team Emirates) , che non cura la classifica di un GT proprio dalla Grande Boucle del 2017. Il sardo sembra essere tornato bene dall’operazione all’arteria iliaca, dimostrando un importante colpo di pedale al Giro di Svizzera e al Campionato Italiano. Sulla carta inizialmente sarà a disposizione di Daniel Martin, ma se dovesse ritrovare le giuste sensazioni è lecito sperare di vederlo lottare per la generale fino ai Campi Elisi.

Uomini veloci

La punta di diamante negli sprint a ranghi compatti sarà naturalmente Elia Viviani (Deceuninck – Quick-Step). Archiviato un controverso Giro d’Italia 2019, il veronese è pronto per siglare il suo primo successo nella corsa a tappe transalpina. L’oro di Rio 2016 potrà contare su un treno collaudato, tra i migliori in circolazione, dettaglio da non sottovalutare nei convulsi finali di tappa. Con meno, ma con altrettante ambizioni si presentano al via Sonny Colbrelli (Bahrain Merida) e Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), con quest’ultimo già capace di lasciare il segno due volte nelle passate edizioni. Interessante seguire anche il debutto al Tour per Giacomo Nizzolo (Dimension Data), rinvigorito nel fisico e nello spirito dalla recente vittoria al Giro di Slovenia. Dalle formazioni Professional attenzione ai due velocisti Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Energie) e Andrea Pasqualon (Wanty – Gobert Cycling Team), pronti a sorprendere soprattutto nelle tappe trabocchetto.

Cacciatori di Tappe

Non mancheranno coloro che proveranno ad infiammare le tappe pirenaiche e alpine con attacchi da lontano. Il primo è Alessandro De Marchi (CCC Team), ancora a caccia del primo sigillo al Tour nonostante sia diversi anni che lo sta cercando. Mai come quest’anno avrà totale libertà per curare le proprie ambizioni di vincere una tappa. Al Giro ha dimostrato di saperci fare anche Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), che se dovesse avere la gamba potrebbe sognare uno storico bis, conquistando la Maglia a Pois dopo quella Blu del Giro. Ovviamente dipenderà anche dalle condizioni del capitano Richie Porte, così come Damiano Caruso (Bahrain-Merida) dovrà capire le intenzioni di Nibali. Infine c’è Alberto Bettiol (EF Eduaction First), meno adatto degli altri alle tappe di montagna, ma abbastanza completo da poter dire la sua su tutti i traguardi. Anche per lui, però, grava l’incognita Rigoberto Uran.

Gregari

Tra gli italiani che dovrebbero avere meno spazio figurano: Daniel Oss (BORA – hansgrohe), gregario di fiducia di Peter Sagan, Gianni Moscon (Team INEOS), chiuso dall’estrema fedeltà alla tattica del Team INEOS, e Fabio Felline (Trek – Segafredo), che si rivelerà importantissimo appoggio sia in pianura che in salita per Richie Porte. Tra questi, il torinese potrebbe comunque avere qualche margine di libertà in alcune frazioni particolarmente adatte alle sue caratteristiche complete.

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